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Ovidio


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autore
brano
 
Tacito
Annali XIV, 2
 
originale
 
[2] Tradit Cluvius ardore retinendae Agrippinam potentiae eo usque provectam, ut medio diei, cum id temporis Nero per vinum et epulas incalesceret, offerret se saepius temulento comptam in incesto paratam; iamque lasciva oscula et praenuntias flagitii blanditias adnotantibus proximis, Senecam contra muliebris inlecebras subsidium a femina petivisse, immissamque Acten libertam, quae simul suo periculo et infamia Neronis anxia deferret pervulgatum esse incestum gloriante matre, nec toleraturos milites profani principis imperium. Fabius Rusticus non Agrippinae sed Neroni cupitum id memorat eiusdemque libertae astu disiectum. sed quae Cluvius, eadem ceteri quoque auctores prodidere, et fama huc inclinat, seu concepit animo tantum immanitatis Agrippina, seu credibilior novae libidinis meditatio in ea visa est, quae puellaribus annis stuprum cum [M.] Lepido spe dominationis admiserat, pari cupidine usque ad libita Pallantis provoluta et exercita ad omne flagitium patrui nuptiis.
 
traduzione
 
2. Narra Cluvio che Agrippina, per la smania di mantenere la sua potenza, in pieno giorno, quando col vino e i cibi cresceva la foia di Nerone, sia giunta al punto di offrirsi a lui ubriaco, seducente e pronta all'incesto. E che, notando gli intimi l? presenti i baci lascivi e le carezze come avvisaglia di quell'obbrobrio, Seneca, per contrastare quell'adescamento femminile, sia ricorso a un'altra donna, facendo intervenire la liberta Atte, la quale, preoccupata dei suoi rischi personali e dell'infamia di Nerone, lo informasse delle voci circolanti sull'incesto, per le vanterie della madre, e che i soldati non avrebbero consentito di lasciare l'impero a un principe incestuoso. Fabio Rustico ricorda invece che a desiderare quell'infamia non sia stata Agrippina, bens? Nerone, e che a distoglierlo sia intervenuta l'astuta mossa della stessa libert?. Ma la versione di Cluvio ? confermata anche da altri storici, e a essa inclina la voce pubblica: Agrippina avrebbe davvero concepito un atto cos? mostruoso, o forse ? parso plausibile attribuire a lei il pensiero di questa orrenda libidine, lei che si era data, ancora giovanissima, per sete di potere, a Lepido, e che, sempre per la stessa smania, aveva tranquillamente accettato di compiacere a Pallante, e che, dopo le nozze con lo zio, era rotta a ogni turpitudine.
 

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